Alcune richieste di aiuto mi vengono poste da compagni di persone che soffrono del Disturbo del Comportamento Alimentare. Molte pazienti accusano della sintomatologia dopo diete “troppo veloci”, utilizzando pasti sostitutivi, facendosi consigliare da riviste, parenti, amici o personal trainer. Capita a volte che lo stesso dietista, dietologo o biologo nutrizionista abbia tendenze restrittive. Purtroppo, possono esserci molti fattori esterni che entrano in gioco e la persona, in un periodo di fragilità, può scivolare e agganciarsi nei molteplici sintomi dell’Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa, Binge Eating Disorder. (Vedi l’articolo sul caso studio relativo al trattamento dei disturbi del comportamento alimentare)

Quali sono le cause dei disturbi alimentari?

Le cause esterne possono essere:
  • Bisogno di perdere peso per rientrare negli standard richiesti da uno sport
  • Desiderio di essere più longilinei
  • Perdere peso perché in sovrappeso
  • Pensare che un determinato peso potrà migliorare il rapporto con noi stessi e il proprio corpo
  • Pensare che il peso sia la causa di un’insoddisfazione relazionale
  • Ipotizzare che piacere agli altri sia influenzato dalla taglia che porti

Come aiutare una persona con disturbi alimentari

Di seguito cercherò di rispondere alle domande più frequenti che mi vengono poste da parenti e partner di ragazzi con disturbi alimentari.

Come fare con una ragazza che non vuole mangiare? O che vomita dopo il pasto?

I primi passi da effettuare sono: chiedere aiuto ad uno Psicoterapeuta CBT con Master nei DCA e contattare il medico di base della persona malata affinché ci sia maggiore valutazione e attenzione sull’intaccamento organico. Non sempre la persona malata ha consapevolezza di aver bisogno di aiuto, il medico di base può essere un buon aggancio al sistema sanitario.

Come comportarsi con una persona che soffre di disturbi alimentari e cosa dire o non dire?

Spesso, in presenza di una sintomatologia di DCA, la persona che subisce indirettamente le conseguenze della malattia è il fidanzato, i famigliari e gli amici intimi. I bassi livelli di fiducia e sicurezza del paziente lo portano a distorcere i significati di ciò che gli viene comunicato, soprattutto nell’ambito familiare e relazionale sentimentale. Alcune frasi sono più comuni di altre: “Non mi sento abbastanza per te, per questo faccio così” “Non capisci cosa sto provando” “Perché non vuoi mangiare quello che ti preparo?” “So badare a me stessa” “Sono sempre stata così” “È un periodo, non farmi stare ancora più male di così” Affermazioni come queste, a cui dare risposta è molto rischioso, sono reazioni legate alla malattia. Per quanto voi siate disponibili nell’essere di aiuto siete anche inconsapevoli delle difficoltà che possono esserci in questo nuovo tipo di comunicazione. Perciò, per mantenere un rapporto relazionale il più possibile stabile, consiglio di stimolare la conversazione su argomenti che non siano connessi al disturbo (aspetto fisico, attività fisica, cibo). Evitate quindi di cadere nelle richieste di rassicurazione su questi aspetti specifici, o sulla tendenza della persona a paragonarsi ad altri. Le rassicurazioni hanno un effetto calmante solo temporaneo e non aiutano la persona ad acquisire maggiore fiducia in se stessa.

Come rapportarsi con una ragazza con Disturbi Alimentari

Spesso le persone intimamente vicine ad una persona con sintomatologia DCA mi chiedono aiuto. È quindi importate per me oggi specificare in cosa posso essere loro d’aiuto. Prepararvi ad essere in grado di sostenere questo tipo di difficoltà richiede un impegno di tipo informativo: poiché consiste nel darvi nozioni sul disturbo, sulle problematiche relazionali, sulle modalità di comunicazione e sulle strategie comunicative da acquisire. Inoltre, imparare a proteggersi dalla sintomatologia del problema è complesso; potrete voi stessi iniziare a provare ansia, sbalzi di umore, frustrazione e sconforto. Lavorare per rendere la vostra struttura personologica abile e resistente richiede una valutazione approfondita oltre ad un lavoro specifico sulle vostre difficoltà personali. Per diventare più abili nella relazione è quindi indispensabile fare un lavoro su voi stessi, sul vostro funzionamento, sulle modalità di comunicazione. La guarigione dal DCA è complessa e impiega molto tempo, intraprendere un percorso di trattamento terapeutico per voi stessi equivale anche aiutare chi amate. Hai bisogno di consigli per supportare una persona cara che soffre di disturbi del comportamento alimentare? Affidati a me, sono una psicologa specializzata nel trattamento dei disturbi alimentari, in specializzazione del trattamento terapeutico cognitivo comportamentale. Contattami!
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