Terapia cognitivo-comportamentale nei DCA

Pensiero comune è che la gravità dei sintomi di un disturbo dovrebbe determinare un trattamento altamente differenziato. Tuttavia, la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) che applico è specificamente adattata sia alla sintomatologia che al funzionamento individuale del paziente, mostrando efficacia indipendentemente dalla severità del disturbo.

È imperativo per un clinico specializzato in disturbi del comportamento alimentare comprendere come trattare efficacemente il paziente, identificando e modificando i pattern di pensiero e comportamento che contribuiscono alla patologia.

E allora, oggi, ci addentreremo nei disturbi del comportamento alimentare, ovvero quelle patologie intese come il disturbo da alimentazione incontrollata, il binge eating, bulimia nervosa, anoressia nervosa.

Ne scopriremo i sintomi, alcune caratteristiche importanti, e infine vedremo in che modo la psicoterapia cognitivo-comportamentale aiuta una persona che soffre di tali sintomatologie.

Sintomi dei disturbi del comportamento alimentare

Di seguito, riporterò alcuni dei sintomi più frequenti nei disturbi del comportamento alimentare. Attenzione però: non lo faccio per spaventarti, ma per darti informazioni utili. Un’altra cosa importante da ricordare è la seguente: l’autodiagnosi non ha alcuna valenza.

Solo uno psicoterapeuta adeguatamente formato può comprendere se tu soffra di uno specifico disturbo. Se pensi di avere bisogno, rivolgiti ad un professionista: psicologo e psicoterapeuta C.B.T. con master specifico sui disturbi del comportamento alimentare.

I sintomi associati ai disturbi del comportamento alimentare possono essere sia fisici che comportamentali e includono:

  • Acidità di stomaco
  • Crampi notturni
  • Indice di massa corporea (BMI) inferiore a 18.55
  • Abuso di integratori, lassativi, diuretici e alcol
  • Riduzione dell’apporto alimentare o digiuno
  • Vomito autoindotto
  • Erosione dello smalto dentale
  • Iperattività
  • Alimentazione incontrollata
  • Pensiero ossessivo
  • Depressione
  • Ansia sociale e da prestazione
  • Perfezionismo clinico
  • Distorsione della percezione corporea

La presenza di un elevato numero di questi sintomi, e la loro frequenza, sono indicatori della gravità del disturbo.

Comportamento alimentare e fame emotiva

È comune prassi in molti settori che il professionista riporti casi studio di successo, di persone che hanno deciso di affidarsi alle sue abilità. Per ragioni deontologiche, tuttavia, nel mio settore non posso riportare casi reali.

Ciò che tuttavia posso fare è parlarti della mia esperienza, esemplificando, senza tuttavia descrivere pazienti reali.

Supponiamo quindi il caso di una persona che utilizzi l’alimentazione come meccanismo di coping per gestire emozioni negative come frustrazione, noia, senso di colpa e rabbia.

Supponiamo anche che tale comportamento sia stato appreso durante l’adolescenza e si sia intensificato nel tempo. Un classico caso di fame emotiva, molto comune, dove il cibo viene utilizzato come mezzo per soddisfare bisogni legati ai nostri stati d’animo ed emozioni.

Cosa fare, in questi casi?

Psicoterapia cognitivo-comportamentale e trattamento dei disturbi alimentari

Un buon trattamento potrebbe avere come obiettivo la gestione della fame emotiva e l’interruzione del ciclo disfunzionale di utilizzo del cibo come strategia di coping. Sarebbe quindi, in primis, fondamentale identificare le emozioni disturbanti e i cibi utilizzati nel comportamento di abbuffata.

In collaborazione con un dietista o dietologo, si dovrebbe lavorare su un piano alimentare equilibrato.

Durante il trattamento parallelo di tipo alimentare con lo psicoterapeuta si affronterebbero questioni relative all’autostima e alla gestione dello stress.

La terapia si potrebbe focalizzare su vari aspetti, tra i quali:

  • Miglioramento della percezione di sé
  • Trattamento della sintomatologia depressiva
  • Gestione delle emozioni
  • Identificazione di fonti di piacere alternativo
  • Gestione dello stress
  • Modifica dei pattern di pensiero e comportamento disfunzionali riguardanti  cibo o attività fisica

Ovviamente, si tratta di un esempio. Gli aspetti sui quali focalizzarsi possono variare da caso a caso, da persona a persona a causa delle differenze individuali e di esperienze pregresse.

Perché dovresti agire subito

Un disturbo del comportamento alimentare può potenzialmente sconvolgere la quotidianità di una persona, portando a difficoltà sociali ed emotive tanto nella sfera lavorativa quanto famigliare. Potrebbero emergere pensieri intrusivi invalidanti riguardanti il cibo. Tali pensieri, poi, frenerebbero la produttività a scuola o al lavoro, rendendo impossibile concentrarsi.

I disturbi del comportamento alimentare sono l’unico disturbo psicologico in cui viene intaccato l’organismo. Il rischio, indipendentemente dal tipo di sintomatologia, è la compromissione di organi come di stati fisiologici fino ad arrivare al rischio di morte o, in casi gravissimi, il cedimento completo della persona.

La fame emotiva può essere presente anche nell’anoressia nervosa, andandola ad aggravare.

Agire e contattare un professionista può fare la differenza tanto nel presente, quanto nel futuro.

In sintesi, la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) emerge come un approccio terapeutico efficace e personalizzato per il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare.

La complessità dei sintomi associati, che spaziano da manifestazioni fisiche a comportamentali, richiede un intervento terapeutico importante. In questo contesto, la fame emotiva rappresenta un esempio paradigmatico di come il cibo possa essere utilizzato in modo disfunzionale per gestire emozioni complesse.

In conclusione, la Terapia Cognitivo-Comportamentale si presenta come un approccio terapeutico robusto e flessibile, capace di affrontare le sfide complesse poste dai disturbi del comportamento alimentare. La sua efficacia è ulteriormente amplificata quando integrata in un quadro di intervento multidisciplinare, rendendo la CBT una scelta terapeutica di primo piano.

Se senti il bisogno di un supporto qualificato per superare le difficoltà che ti affliggono, migliorando il tuo rapporto col cibo, non esitare a contattarmi. Fallo solo se pensi sia arrivato il momento giusto.

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